Isola di Sardegna

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Trinità D'Agultu

Gallura

Comune di Trinità d’Agultu

(provincia Gallura Olbia-Tempio)

Altitudine: m     Superficie: kmq              Abitanti:          

Posto in lieve declivio alle pendici occidentali di una modesta altura, il Monte Santa Barbara, fra te rocce dell'altipiano che si spinge verso Aggius e le colline che digradano ripide verso il mare, Trinità d'Agultu ha unito negli ultimi decenni all'originaria vocazione pastorale una nuova vocazione turistica: traendone consistente beneficio, se nello stesso arco di tempo la sua popolazione è più che raddoppiata (nel 1951 era costituita da 820 abitanti). Il paese ha origine recente; nacque infatti nei primi decenni dell'Ottocento, quando numerose famiglie di pastori di Aggius si insediarono intorno alla chiesa settecentesca della Trinità e vi costruirono le loro case. Già allora era abitata da alcune famiglie di pescatori ponzesi la frazione dell'Isola Rossa, dove, presso un piccolo porto naturale di fronte al quale sorge un isolotto di granito porfirico rosato, gli spagnoli nel Cinquecento avevano costruito una torre di avvistamento, sia per difendere la costa dalle incursioni barbaresche, sia per scoraggiare il contrabbando, già a quel tempo motto intenso, fra la costa gallurese e La Corsica.
Oggi intorno a quello che fu un minuscolo borgo costiero si è addensato un vasto insediamento turistico intensamente abitato durante l'estate. Trinità d'Agultu deve la sua recente fortuna turistica alla singolare bellezza dei 35 chilometri di costa (dal confine di Badesi a sud a quello di Aglientu a nord) che fanno parte del suo vasto territorio. Vi si succedono belle spiagge (il vasto arenile dell'Isola Rossa, la spiaggia non grande che si distende in fondo all'insenatura di Baia Trinità, quella, di straordinario fascino, ai piedi del Monte Tinnari e poi quella di Porto Leccio) delimitate da scogliere di granito d'un rosso intenso che in qualche luogo si protendono basse sul mare, in altri vi precipitano dall'alto vertiginosamente. E tutt'intorno il verde - bruno della macchia, che qui ha profumi particolarmente intensi.
È così anche lungo la Costa Paradiso, vasto insediamento turistico sorto intorno al 1960, in cui sono comprese cale nelle quale sfociano piccoli corsi d'acqua o dove, come nella bianca Spiaggia di Li Cossi, alte pareti di roccia rossa si riflettono nell'acqua tersa. Anche l'interno del territorio, dove restano i ruderi di alcuni nuraghi, ha luoghi di grande fascino e di notevole interesse. Qualche chilometro a nord ovest del paese, a lato della strada per Santa Teresa, si leva, prossimo al mare, il Monte Tinnari (214 metri), dalla cui sommità si apre alla vista un vastissimo tratto della costa, dal Golfo dell'Asinara ai graniti dell'Isola Rossa e della Costa Paradiso. A breve distanza dal paese sorge, su un colle non alto, la chiesa campestre di San Pietro

Monumenti e Paesaggi

Chiesa di San Pietro
La chiesa campestre di San Pietro, rustica costruzione eretta nell'Ottocento forse sui ruderi di una chiesa più antica. Ha pianta rettangolare e una semplice facciata a capanna sulla quale si Leva un campanile a vela. Accanto alla chiesetta due grandi olivastri più volte centenari, piegati dal vento, protendono orizzontalmente le chiome davanti alla facciata a capanna, sormontata da un campanile a vela.

Torre spagnola dell'Isola Rossa
Nel piccolo villaggio di pescatori sorto fra le belle rocce di granito porfirico dai colori rossastri, di fronte alla piccola Isola Rossa che dista non più di 400 metri dalla linea di costa, possiamo trovare un'ulteriore testimonianza delle fitte relazioni, questa volta pacifiche, fra la Sardegna e l'esterno il villaggio fu infatti fondato fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX da famiglie di pescatori ponzesi che già da vari decenni avevano preso a frequentare stagionalmente questo pescosissimo tratto di mare, rinomato, oltre che per le aragoste e per i pesci pregiati, per l'abbondanza di corallo. Ci troviamo ormai in Gallura, e tutta la Gallura costiera ha conosciuto, dalla fine del Medioevo fino a tempi molto recenti un destino di spopolamento e di abbandono dovuto principalmente a due cause la malaria e le incursioni piratesche.
Questo spiega, da una parte, l'assenza pressoché totale di insediamenti urbani storici sul litorale (nei 65 chilometri da Castelsardo a Santa Teresa è questo il solo che s'incontra), dall'altra il fatto che le attività di navigazione e di pesca, completamente dismesse dai sardi, siano diventate terreno di conquista di genti venute ancora una volta da fuori, principalmente liguri e, appunto, ponzesi. Ma questo spiega anche la presenza, in questo tratto di costa solitario e selvaggio, battuto dai venti, di una torre ditale imponenza architettonica, per non dire monumentale. Di torri aragonesi e spagnole è punteggiato l'intero litorale della Sardegna e un itinerario che volesse toccarle tutte, l'una dopo l'altra, risulterebbe lungo e faticoso ma certamente spettacolare come pochi, perché permetterebbe di prendere visione di ogni centimetro di costa, di ogni scoglio e di ogni increspatura del mare. Infatti questo sistema di torri (integrato da quelle preesistenti, di costruzione genovese e pisana) era concepito in modo che l'angolo ottico di ciascuna si sovrapponesse in parte a quello delle due contigue, con le quali del resto la torre era in diretta relazione visiva.
Così non c'era tratto di mare che potesse sottrarsi al controllo (come accade invece oggi in certe zone d'ombra dei radar) e la guardia che avvistava una nave sospetta poteva comunicare la notizia con un semplice gesto alle due guardie delle torri vicine, e ciascuna di queste due ad un'altra, con una fulminea propagazione dell'allarme. Questa torre dell'Isola Rossa, in particolare, appare più maestosa e di architettura più accurata di altre perché il piccolo porto naturale del quale sta a vedetta aveva un'importanza strategica non ordinaria: era infatti (ed è tuttora) uno dei pochi approdi agevoli su un arco di svariate decine di miglia e per questa ragione era il punto di sbarco prediletto da pirati e contrabbandieri. Soprattutto contro le attività di questi ultimi, che prosperavano sui traffici dalla vicina Corsica, fu eretta e fortificata la torre: a difesa, si potrebbe ben dire, più che del territorio sardo, dell'erario spagnolo.

Monte e spiaggia Tinnari
La vetta del Monte Tinnari è uno dei punti d'osservazione privilegiati di questo tratto di costa. Di qui si domina sulla sottostante omonima spiaggia e su un ampio arco di litorale, tutto caratterizzato, dall'Isola Rossa a ovest fino a Costa Paradiso a est, dalle varie tonalità di rosa e di rosso delle tormentate rocce di porfido. Poco sotto la vetta si apre sulla sinistra (per chi scende) uno sterrato non agevolissimo che porta alla spiaggia, una delle più belle della costa nord della Gallura: le acque limpide, i ciottoli levigati della riva, il Rio Pirastru che sfocia in mare uscendo da un profondo vallone sono incorniciati dalle pendici boscose del monte.

Borgo dell'Isola Rossa
Isolotto di granito porfirico rosso, della superficie di 38 ettari, distante appena 400 metri dalla riva. Si tratta di una vera e propria riserva naturale, dove vivono il gabbiano reale, il gabbiano corso, il cormorano dal ciuffo e numerose specie vegetali endemiche. La località dove sorge attualmente il borgo, ottimo approdo e punto d'imbarco per il carbone vegetale che veniva prodotto nell'entroterra, era molto frequentata verso la fine dell'Ottocento, durante a stagione di pesca del corallo, dai pescatori provenienti soprattutto da Ponza. Col tempo i ponzesi si trasferirono definitivamente qui con le loro famiglie e, insieme con altri abitanti della zona, fondarono il grazioso villaggio. A breve distanza, una torre spagnola di avvistamento del XVI secolo.


 
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