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Ozieri

Sassarese

Comune di Ozieri
(provincia di Sassari)
Altitudine: m 390 Superficie: kmq 252,45 Abitanti: 11.615  

Il centro storico

Per mezzo secolo, a partire dal 1806, Ozieri fu capoluogo di provincia, sia pure d'una provincia non grande; e un ulteriore riconoscimento ottenne nel 1836, quando il re Carlo Alberto le accordò la qualifica di città.
Non senza motivo, poiché della città ave­va l'aspetto e il decoro, e per essere sede di potere aveva i titoli e il pre­stigio necessari.
È certo, in ogni ca­so, che fu tra i pochi centri della Sardegna dove si costituì una solida borghesia agraria che doveva la sua ricchezza non soltanto alla vastità e alla fertilità delle terre che possede­va, ma, soprattutto, alle tecniche sapienti ed evolute adottate nell'allevamento del bestiame.
Fu anche centro culturale vivace, aperto ai fermenti democratici: nel suo collegio elettorale fu eletto deputato Giuseppe Garibaldi. L'impronta di questi trascorsi appare chiara nel tessuto della città, il cui nucleo ori­ginario è raccolto in una conca profonda, cosi da formare un anfi­teatro ripido e stretto che si apre verso la vasta piana del Campo di Chilivani.
Ha strade ripide e strette sulle quali si affacciano palazzotti signorili e case non prive di decoro, alte anch'esse come richiede la forte pendenza del suolo.
Vi è una particolarità architettonica che distingue Ozieri da ogni altro centro della Sar­degna: palazzi e case hanno di nor­ma all'ultimo piano una loggia so­stenuta da archi e colonne di fattura aggraziata.
Il centro cittadino ha begli edifici e bei monumenti. Di particolare rilievo la Cattedrale intitolata all'Immacola­ta.
Sull'originario impianto cinque­centesco di stile gotico-aragonese nell'Ottocento fu costruita, forse su progetto di Gaetano Cima, la nuova chiesa che ha facciata neoclassica; all'interno, oltre a pregevoli arredi barocchi, si conservano alcuni dipin­ti del pittore cagliaritano Giovanni Marghinotti (1798-1865) e, soprat­tutto, il cinquecentesco retablo del­la Madonna di Loreto dell'anonimo pittore sardo chiamato "Maestro di Ozieri".
Del retablo, custodito fino alla fine dell'Ottocento nella Chiesa di Nostra Signora di Loreto, restano i soli dipinti su predella, mentre si è perduta la cornice. Al centro è raffi­gurata la Madonna di Loreto, sovra­stata dalla Crocifissione; ai lati, una Annunciazione e una Visitazione. Nella parte infe­riore, sulla predel­la, un Hece Homo e i Dottori della Chiesa.


Il chiostro del convento dì San Francesco, sede dei Museo

Di notevo­le interesse il Convento di San Francesco, mas­siccia costruzione risalente al Quat­trocento. Fra il convento e la bella chiesa attigua (vi si custodisce un prezioso altare ligneo costruito fra il Cinquecento e il Seicento, dono dei baroni Arca di Monti) si inserisce il bel chiostro che, oggetto di un sa­piente restauro, accoglie un centro culturale e il Museo Archeologico, nelle cui sale sono ordinati con grande rigore i materiali rinvenuti nel territorio, che testimoniano del succedersi degli insediamenti e delle loro culture in questa zona a partire dal 6000 a.C. fino alla colonizzazio­ne romana.
In città merita attenzio­ne, per le sue belle linee neoclassi­che, la Fontana Grixoni, fatta co­struire nel 1594 da don Giovanni dei Marchesi di Castelvi, governatore del Montacuto, e restaurata nel 1882 da don Giuseppe Grixoni del quale porta il nome.
Nei colli calcarei che circondano la città, presso l'Ospe­dale A. Segni, si apre la Grotta di San Mi­chele, che ha as­sunto grande impor­tanza perché nel 1914 vi furono tro­vati, oltre ad ossa umane d'età lontanissima, materiali litici e cerami­che di colore bruno rossastro decora­te con motivi geometrici che con­sentirono di individuare una cultura fra le più antiche, quella detta "di San Michele" o "di Ozieri" (3500-2700 a.C.).
Di qualche interesse, al­la periferia del paese, è la chiesetta di San Nicola di Butule, ricostruita nel Duecento sulle rovine di una chiesa preesistente e poi largamente rimaneggiata in età tardogotica.

Nel territorio restano significativi monumenti di età nuragica.
Di parti­colare interesse il Nuraghe Burghidu, di struttura complessa, che domina la piana fra Ozieri e Tuia, e il Nura­ghe Mannu, di dimensioni imponen­ti, nel quale fu trovato, documento di grande valore, un lingotto di rame con incisi caratteri dell'alfabeto egeo-cretese o minoico.
Dell'età ro­mana è rimasto il monumentale Pont'Ezzu, a sei arcate, che, co­struito sul corso del Rio Mannu, è lungo 80 metri. A qualche chilome­tro dalla città sorge, alta sulla vasta pianura, la Basilica di Sant'Antioco di Bisarcio, che fino al 1503 fu la cattedrale della diocesi di Bisar­cio.
Fu costruita in tre fasi distinte, fra la seconda metà dell'XI e la fine del XII secolo; poi, completamente distrutta da un incendio nel 1090, fu ricostruita fra il 1150 e il 1160.
No­tevole la parte inferiore dell'avan­corpo costituita da un bel portico con volta a crociera e particolarmente suggestivo l'interno. La bella chiesa romanica, a pianta basilicale, è al centro della Festa patronale che si svolge la domenica suc­cessiva al 9 maggio.
A Chilivani, frazione di Ozieri nata intorno alla stazione ferroviaria, vi è il più noto e impor­tante dei tre ippodro­mi sardi (gli altri so­no quelli di Sassari e di Cagliari). Un folto pubblico di allevatori e di appassionati se­gue le corse al galop­po (di speciale rilievo il Derby sardo e il Gran Premio), la cui stagione pri­maverile si svolge dal febbraio al giugno, e quella estiva fra la metà d'agosto e la fine di settembre.
Grande importanza ha assunto, nel quadro della cultura sarda il Premio "Ozieri" di letteratura sarda, che vie­ne assegnato ogni anno l'ultimo sa­bato di settembre. Il Premio ha svol­to una funzione rilevante nell'avvio di una vasta azione politica intesa alla difesa della lingua e della cultu­ra sarde.



 
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