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Bulzi

Sassarese

Comune di Bulzi
(provincia di Sassari)

Altitudine: m 201 Superficie: kmq 21,63 Abitanti: 644       



Un’immagine dell’abitato


II paesino, di vocazione agricola, è posto in una regione segnata dalle lente ondulazioni di colline d'altez­za modesta. Il territorio, non molto vasto, conserva le testimonianze d'insediamenti d'età prenuragica e nuragica, in particolare alcune domus de janas e un menhir in una lo­calità chiamata Pedru Longu.
Di molto maggior rilievo i documenti risalenti all'età medioevale.
A breve distanza dal paese, infatti, sorse un convento, oggi diroccato, dei mona­ci benedettini di Montecassino.
È a loro che si deve la costruzione, che risale agli anni intorno al 1120, del­la Chiesa di San Pietro delle Imma­gini, esempio altamente significati­vo dell'architettura sarda di quel pe­riodo.
La chiesa subì in seguito un ampliamento che riguardava il transetto e l'abside, e nel quale af­fioravano evidenti influenze pisane, La facciata a tre ordini è composta di fasce alternate di calcare bianco e di trachite bruna.
Nella lunetta del portale appare un bassorilievo, di fattura non raffinata ma fortemente espressivo, che rappresenta un aba­te in preghiera e due monaci barbu­ti: sono queste le "immagini" che hanno dato il nome alla chiesa.
Nel­la chiesa parrocchiale di Bulzi, San Sebastiano, è stato da tempo trasfe­rito il gruppo ligneo della Deposi­zione, o del Crocifisso, che risale al­la seconda metà del Duecento ed è il solo esempio d'intaglio romanico esistente in Sardegna; è composto da cinque statue policrome in legno di ontano: il Cristo Crocifisso, la Ma­donna, San Giuseppe di Arimatea e San Giovanni Evangelista. Nel 1749 venne collocato all'interno di un retablo che, scolpito dal sassarese Francesco Carta, era stato posto sull'altare maggiore di San Pietro delle Immagini.
Nel territorio di Bulzi, come in altri luoghi dell'Anglona (a Perfugas, Laerru, Martis), si trovano ancora i resti d'una Foresta pietrificata. La loro origine risale a circa quindici milioni d'anni fa, quando le foreste cresciute su terreni silicei in una fa­se di emersione del territorio sardo, furono abbattute da eventi sismici, e, sommerse dal lago che allora inva­deva parte dell'attuale Anglona, su­birono un processo di fossilizzazio­ne.
Una raccolta di tronchi pietrifi­cati è custodita presso il Comune.

 
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