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Bono

Sassarese

Comune di Bono

(provincia di Sassari)

Altitudine: m 540 Superfide: kmq 74,47 Abitanti: 3.922        

Una veduta dell'abitato

Disteso su un poggio in lento declivio alle pendici sud-orientali della catena dei Monti del Goceano, Bono guarda sulla vasta distesa di terra fertile di Su Campu percorsa dal Tirso che poco più a monte ha ricevuto I'apporto del Rio Mannu, il maggiore tra i suoi affluenti. Alle spalle ha il Monte Rasu (1259 metri), la piu alta della catena montuosa; di fronte, lo schermo della Serra di Orotelli, che divide il Goceano dai rilievi del Nuorese. II paese rivela un contenuto decoro che gli deriva, non meno che dalle belle case e dai palazzotti che furono residenze della sua solida borghesia e della sua piccola nobiltà, dal fatto d'essere sempre stato sede di poteri civili, dalla pretura ai più importanti uffici amministrativi, che gli assegnavano un ruolo preminente in tutta questa parte della Sardegna; per quattordici anni, dal 1807 al 1821, fu capoluogo d'una delle molte province create nell'isola. In età giudicale Bono fece parte della curatoria di Anela, che nel 1255, alla morte di Adelasia di Torres, divenne dominio dei Donà, quindi degli Arborea, infine, dal 1479, degli aragonesi, i cui sovrani assunsero il titolo di conti del Goceano. Per qualche tempo fu anche sede vescovile: nel 1414 il vescovo di Castro vi tenne un sinodo.

A Bono nacque Giovanni Maria Angioi, che capeggiò la rivolta antifeudale del 1796. Gli abitanti del paese furono fra i suoi più accesi sostenitori; fu così che nel luglio di quell'anno le truppe regie comandate da Efisio Pintor Sirigu, "Pintoreddu", alle quali era stato affidato il compito di catturare i seguaci e i parenti dell'Alter-nos ribelle, assediarono Bono, ma fu­rono respinte e pesantemente sconfitte dagli uomini del paese, che fecero prigionieri numerosi soldati e si impossessarono dei loro cannoni. In ricordo di quel lontano episodio si svolge ogni anno, il 31 agosto, una festa che ha un forte sapore ironico: la zucca più grossa cresciuta negli orti di Su Campu viene portata in processione fino al sommo dell'abita­to, davanti alla Chiesa di San Raimondo, e da li viene fatta rotolare per un pendio ripidissimo; il più delle volte finisce in pezzi contro un muro; se invece resta integra, e data in premio al cavaliere che sia arrivato ulti­mo in una corsa che si tiene quel giorno.
L'abitato era formato originariamente da tre nuclei distinti, che la recente espansione edilizia e andata per gradi saldando. Di qualche interesse e la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, costruita sul finire del Cinquecento. L'architettura risente d'influenze diverse: nella semplice
facciata a capanna si apre un portale dalle linee rinascimentali sormontato da un timpano, mentre fra le due cornici che dividono orizzontalmente la facciata vi e un rosone di chiara ispirazione gotica; echi della tradizione romanica si avvertono invece in una fila di archetti pensili che corre sotto la cornice inferiore. Cinque chiese campestri (quelle di San Gavino, San Nicola, Santa Restituta, Sant'Ambrogio e Santa Barbara) sorgono nella pianura, a breve distanza l'una dalI'altra, a qualche chilometro dal pae­se. Di qualche rilievo la chiesetta di San Gavino, del XII secolo, interamente costruita in cotto. Sempre nella piana si leva il Nuraghe Badde Cherchi, in buono stato di conservazione: e un nuraghe complesso costituito da una torre principale a pianta circolare e da una cortina costruita, come la torre, in blocchi di granito. II territorio di Bono, che dalla valle del Tirso si spinge fino alla cima del Monte Rasu, e ricchissimo di boschi, compresi in gran parte nel complesso forestale del Goceano. Di grande interesse la Foresta di Sos Niberos, sul versante orientate del Monte Rasu. E la sola formazione di tassi (alberi di straordinaria longevità, che possono raggiungere i 2000 anni d'età e i 20 metri d'altezza) esistente in Sardegna. A Sos Niberos gli alberi plurisecolari sono numerosi; il maggiore, proclamato dalla Regione "monumento verde", e alto 11 metri e ha una circonferenza di 7.


La chiesetta di San Nicola, una delle cinque Chiese del campo

 
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