Isola di Sardegna

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Codrongianus

Sassarese

Comune di Codrongianus
(provincia di Sassari)
Altitudine: m 317 Superficie: kmq 30,38 Abitanti: 1363   

Lo chiesa dì San Paolo e uno scorcio del paese sulla sommità dell'altura



II paese, sorto in tempi molto lonta­ni su un'altura segnata da lente on­dulazioni e da un profondo canalone, si è adattato alle disuguaglianze del suolo: ha, nel suo centro originario, strade sinuose, stretti vicoli in pe­nombra, vecchie case che conservano integro il loro antico decoro.
La chiesa parrocchiale di San Paolo, che dall'alto di un poggio guarda alla piana e alle valli intorno, fu costrui­ta nel Cinquecento, ma deve a rifaci­menti successivi l'eleganza delle sue linee settecentesche.
All'interno cu­stodisce dipinti di qualche pregio, fra i quali una Conversione di san Paolo del pittore fiorentino Baccio Gorini il quale, costretto all'esilio, nella seconda metà del Cinquecento venne in Sardegna e visse per lungo tempo a Codrongianos.
Il paese co­nobbe, fin dall'età medioevale, le vi­cende in gran parte comuni a questa parte della Sardegna: il Giudicato di Torres, il dominio dei Doria, degli arborensi, degli aragonesi, per essere infine incorporato nei feudi dei mar­chesi di Laconi.
Di quei trascorsi inquieti conserva però una testimonianza straordina­ria: la grande Basilica della Santissi­ma Trinità di Saccargia, proba­bilmente il documento più significa­tivo dell'arte romanico-pisana esi­stente in Sardegna, fatta costruire nella valle, ai piedi del paese, nel. 1116 dal giudice Costantino di Tor­res e poi completata fra il 1180 e il 1200.
La chiesa, di bellezza non or­dinaria, fu poi donata ai Camaldolesi, che si insediarono nel convento del quale si sono conservati pochi resti.
La basilica, la cui pianta è a croce commissa, è costruita in fasce alterne di calcare bianco e di basalto scuro. Alla prima fase costruttiva ap­partengono le tre absidi, d'impronta lombarda, il transetto e un tratto della navata, ai quali furono aggiun­ti successivamente la bellissima fac­ciata a tre ordini, l'alta torre campa­naria e il portichetto anteriore, nei capitelli delle cui colonne sono scol­pite figure bizzarre.


Nella facciata, tra lesene e colonnine di trachite, appaiono dischi incrostati e rombi inquadrati da arcate cieche, con par­ticolari medaglioni di maiolica.
Non lontano da Saccargia, su un alto costone, sorge il Nuraghe Nieddu, costruito con enormi blocchi di ba­salto scuro, grezzi alla base e lavora­ti con cura nella parte superiore. Il nuraghe ha un'unica torre a più pia­ni, con due camere con la volta a tholos. Nella piana, a breve distanza dalla strada Carlo Felice, si trovano le fonti di acqua minerale di San Martino, conosciute già in età roma­na.
Alla fine dell'Ottocento l'ammi­nistrazione vi fece costruire uno sta­bilimento per lo sfruttamento delle acque, stabilimento che ora dispone di moderni impianti per l'imbotti­gliamento.

 
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