Isola di Sardegna

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Romanico di città e di paese

L'arte


Distanza complessiva da percorrere                    circa 125 Km
Tempo medio di percorrenza                             da 2 a 3 ore
Tempi di sosta e visita                                      circa 4 ore
Durata complessiva dell'itinerario                       da 6 a 7  ore





1. Porto Torres: Basilica di San Gavino.
2. Olmedo: Chiesa di Nostra Signora di Talia.
3. Alghero: Chiesa di San Francesco.
4. Monteleone Rocca Doria: Chiesa parrocchiale di Santo Stefano.
5. Usini: Chiesa di Santa Croce.
6. Tissi: Chiese di Santa Vittoria e di Sant'Anastasia.
7. Sassari: Chiesa di Santa Maria di Betlem.
8. Sassari: Cattedrale di San Nicola.






L'itinerario che qui si propone raccoglie la maggior parte delle chiese d'impianto romanico dello provincia ubicate tuttora all'interno di piccoli o grandi centri urbani. È questo un destino toccata, percentualmente, a poche chiese medievali del Nord Sardegna, come dimostra la relativa esiguità dell'elenco. Da questi limitati ma significativi casi sarà facile osservare come la povertà o l'effimero benessere di alcuni paesi abbia agito quasi sempre come fattore conservativo: le chiese di Olmedo, Monteleone, Usini, Tissi hanno mantenuto infatti sostanzialmente intatto il loro aspetto originario, mentre quelle di Alghero e di Sassari hanno oggi cosi poco di romanico che introdurle in questo itinerario non può avere altro scopo che quello di suggerire un confronto. Un caso a sé, sia per le particolari vicende storiche della città sia per la non comune importanza della basilica, è quello di San Gavino di Porto Torres: qui i rimaneggiamenti ci sono stati, e importanti, ma quelli sopravvenuti in età moderna hanno comunque rispettato l'irripetibile originalità strutturale dell'edificio.

1. Porto Torres: Basilica di San Gavino.

La maestosa Basilica di San Gavino, il più importante monumento romanico dell'isola, è anche, per la peculiarità delle due absidi contrapposte, di assoluto interesse in Italia. Circondato sul piano nord dalle suggestive casette del cosiddetto "Atrio Camita" (secolo XVII), fino alta metà del XV secolo il grandioso edificio fu la cattedrale del Giudicato di Torres. Nella sua forma attuale ha tre navate. La chiesa è il risultato di varie fasi costruttive: venne eretta, infatti, nel 1050 da maestranze pisane (sotto la guida del cosiddetto "Maestro di San Gavino). Agli inizi del XII secolo venne ampliata in lunghezza, come altre chiese medievali della Sardegna, e trasformata nell'aspetto: soppressa

la facciata, venne infatti eretta l'abside orientale. Infine nel XV secolo furono modificate le strutture d'ingresso, con l'apertura, rispettivamente nei lati nord e sud, di un portale gigliato gotico - catalano e di un fastoso portale gemino nello stesso stile, da cui si accede all'edificio. All'interno le tre navate sono spartite da pilastri e colonne ornate da capitelli, alcuni dei quali provenienti dai monumenti della Turris romana, altripaleocristiani e romanici.

La Basilica di San Gavino, a Porto Torres, è considerata il capolavoro del romanico in Sardegna

Dalle navate laterali una scalinata conduce all'anticripta, dove sono conservati vari sarcofagi di età romana, e, scendendo più in basso, alla cripta che contiene altri tre sarcofagi romani del III e IV secolo d.C., che custodiscono le reliquie dei santi martiri Gavina, Proto e Gianuario, ai quali è dedicata la chiesa e che sono gli antichi patroni di Parto Torres e della stessa Sassari.

2. Olmedo: Chiesa di Nostra Signora di Talia.

La chiesa di Nostra Signora di Talia (chiamata in precedenza Santa Maria di Ulumetu) è situata nel centro abitato, di cui un tempo fu la parrocchiale. Risale al XII secolo e fu realizzata secondo schemi toscano - lombardi. L'attuale intitolazione della chiesa deriva dal simulacro della Madonna ritrovato fra le rovine del villaggio di Talia, presso l'omonimo nuraghe. I paramenti murari adornati da un susseguirsi di archetti pensili e monofore sono realizzati in conci di calcare, tufo rossastro e trachite basaltica, disposti a strati sparsi, di piccole dimensioni nella parte bassa e di media pezzatura nella parte alta e all'interno dell'aula. Queste differenze fanno pensare che la parte superiore dei muri sia stata ricostruita a breve distanza di tempo dall'impianto originario. L'interno presenta una navata centrale con tetto ligneo e due piccole navate laterali con volta a botte.

3. Alghero: Chiesa di San Francesco.


La chiesa di San Francesca di Alghero è in assoluto fra le più belle chiese sarde inserite in un ambiente urbano.


Alghero: la chiesa di San Francesco


Le due successive fasi di costruzione (seconda metà del XIV secolo e fine del XVI) risultano evidenti soprattutto nella facciata: la parte inferiore con un rosone romanico è del Trecento, la parte superiore, con un grande rosone cieco, è una sopraelevazione del tardo Cinquecento. Nell'interno a tre navate, in arenaria bianca, la struttura severa e maestosa è alleggerita dagli ornamenti delle arcate e dei capitelli e conserva statue e altari barocchi di legno. Nel presbiterio, del XVI secolo, una stupenda volta stellare sovrasta l'altare in marmi policromi e un organo napoletano del Settecento. Dalla sagrestia si passa nel suggestivo chiostro romanico, uno dei meglio restaurati dell'isola. D'estate il chiostro fa da magnifica cornice a manifestazioni musicali e incontri culturali.


4. Monteleone Rocca Doria: Chiesa parrocchiale di Santo Stefano.
L'impianto originario di questa chiesa romanica, risalente alla prima metà del XIII secolo, era mononavato. Successivamente, ma prima della fine del secolo XIII, fu aggiunta la seconda navata, più stretta e con abside di minori dimensioni rispetto alla prima. L'insieme risulta insolitamente asimmetrico, can due absidi affiancate che, pur consimili nel disegno, differiscono nelle proporzioni e in numerosi dettagli. I paramenti sono in conci calcarei. La facciata è stata in parte rimaneggiata in epoche posteriori.

5. Usini: Chiesa di Santa Croce.
La chiesa, nota anche come Santa Maria di Usune e chiamata dagli usinesi la Madonna de S'Ena Frisca (della sorgente fresca), conserva dell'originario impianto romanico la bella facciata movimentata da una doppia fila di archetti, la prima orizzontale che corre sotto la cornice, la seconda parallela agli spioventi, con archetti più allungati di forma ogivale. Della stessa epoca (XIII secolo) i tratti iniziali dei fianchi laterali, che riprendono lo stesso motivo ornamentale della facciata. Sono invece dovuti a un ampliamento successivo (ma risalente comunque al XIV secolo) i transetti aggiunti al corpo mononavato dell'edificio.

6. Tissi: Chiese di Santa Vittoria e di Sant'Anastasia.
Costruita nel XII secolo, la piccola chiesa di Santa Vittoria conserva, dell'originario impianto romanico, la sola facciata, semplice e nuda, in conci bianchi di calcare, con tre inserti di trachite scura nell'arco intorno alla lunetta che sovrasta il portale. Il campanile a vela e l'interno mononavato, con volta a botte e cappelle laterali, sono rifacimenti del XVII secolo. Elegante, nella parte alta della facciata, la decorazione ad archetti che poggiano su peducci ornati da motivi zoo - antropomofi. La chiesa si trova all'estremità orientale del paese, in cima alla lunga via Roma, la strada principale che attraversa tutto l'abitato salendo dal punto più basso, dove è ubicata invece la parrocchiale di Santa Anastasia, risalente alla seconda metà del XII secolo. La facciata in conci di calcare chiaro è suddivisa in specchi dalle paraste d'angolo e da due strette lesene che incorniciano il portale. Nei due inserti laterali sono disegnate due croci con inserti dì trachite scura. La facciata è movimentata da due file di archetti, una orizzontale, l'altra parallela agli spioventi. Alcuni elementi (come i due oculi superiori, la sagoma del portale e gran parte dei fianchi) risalgono a rifacimenti posteriori (XVII secolo). Dalla sagrestia si accede all'adiacente oratoria della Confraternita di Santa Croce, costruzione romanica coeva.

7. Sassari: Chiesa di Santa Maria di Betlem.
Edificata fuori le mura dai Francescani nel XIII secolo (ma si è ipotizzato un precedente insediamento benedettino risalente al 1106), la chiesa conserva dell'edificio originario soltanto la facciata, in cui lo stile romanico si fonde con motivi gotici francesi e di gusto arabo. Il resto dell'edificio rappresenta il risultato di numerosi rifacimenti e ampliamenti di epoca aragonese e dei secoli successivi, sino alla metà dell'Ottocento (La cupola e il campanile sono le parti più recenti). All'interno sono custoditi quasi tutti i celebri ceri (detti "candelieri") portati in processione alla vigilia di Ferragosto: anche per questo la chiesa è forse la più cara ai sassaresi. Il piccolo chiostro ospita l'antica quanto suggestiva fonte detta "del Brigliadore". Fra gli arredi custoditi nella chiesa spiccano una statua lignea dei primi del Quattrocento (Madonna della Rosa), alcuni bei dipinti del modenese Giacomo Cavedoni (1577 - 1660) e, ad opera di Giovanni Antonia Contena, artista di probabili origini napoletane, due importanti sculture lignee: il pulpito e il Retablo di Sant'Antonio.

8. Sassari: Cattedrale di San Nicola.
L'ampliamento di una preesistente pieve romanica in un edificio di culto più vasto e sontuoso, che potesse svolgere degnamente la funzione di cattedrale, fu iniziato probabilmente già alcuni anni prima del definitivo trasferimento (1441) della sede vescovile da Torres a Sassari. La chiesa, originariamente dedicata a San Nicola, fu allora riconsacrata, assumendo il nome di Santa Maria del Popolo che mantenne per circa un secolo prima di riprendere quello più antico. Il duomo di Sassari è il risultato della sovrapposizione nel tempo di stili diversi, romanico, gotico - aragonese e barocco. Il campanile risale al 1200 per la parte inferiore (unica testimonianza delle originarie forme romaniche) e al 1700 per quella superiore. La monumentale facciata, ottenuta ricamando nella pietra calcarea un'infinità di statue e motivi nel tipico barocco coloniale spagnolo, è della fine del XVII secolo. Nell'interno, sottoposto di recente a un imponente restauro, si può ancora leggere l'impronta gotica nell'unica navata ripartita in campate voltate a crociera, fuorché quella all'incrocio dei transetti, che è cupolata. La cupola, le volte, i costoloni, gli archi a sesta acuto che scandiscono le campate e quelli a tutto sesto che aprono la navata sulle cappelle laterali sono tutti in conci squadrati e levigati di calcare candida, con un effetto d'insieme di spoglia e luminosa raffinatezza. Di particolare interesse il coro ligneo di noce e il dipinto dietro fallare maggiore, una Madonna dei Bosco attribuibile all'ambito del genovese Nicolò da Voltri (fine XIV - inizio XV secolo). Altri dipinti di pregio sono custoditi nel Museo del Tesoro, che raccoglie anche preziose opere di artigianato sacro. Recenti scavi archeologici hanno evidenziato, sul sito dell'attuate Cattedrale, preesistenze risalenti sino ad età romana imperiale.



 
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