Isola di Sardegna

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Presentazione

Isole Figlie








La grande torre spagnola dell'Isola Piana,
eretta nel XVI secolo a guardia del Passaggio dei Fornelli



Anche l'isolamento, come ogni altra qualità della natura e della storia, ha i suoi gradi. La Sardegna ne ha, nel corso dei secoli, beneficiato e soprat­utto patito in misura maggiore di ogni altra grande isola del Mediterraneo, e tuttavia ha sempre conosciuto un'oscillazione senza tregua fra i due poli del suo destino geografico: lontana ma prossima, diversa ma accessibile, remota ma centrale. Le isole più piccole che la circondano quasi da ogni lato sono la testimonianza di un isolamento ben più radicale. Con l'eccezione di Sant'Antioco, cosi vicina alla costa sud-occidentale da esserle ormai unita da un semplice ponte, nes­suna di queste isole è stata neppure sfiorata, fino ad epoche recentissime, dalle correnti della storia. Benché l'Asinara da Capo Falcone e La Maddalena da Punta Sardegna appaiano cosi vicine da poterle toccare allungando un braccio e distendendo le di­ta, questa distanza quantitativamente irrisoria, pa­ri a meno della centesima parte di quella che sepa­ra Sassari da Cagliari, è qualitativamente diversa e, nella pratica del vivere quotidiano, è stata e può a tratti ridiventare anche oggi incommensurabilmen­te maggiore. Per convincersene basta soggiornare per un breve periodo di vacanza alla Maddalena in qualità di turisti appiedati (cioè, in questo caso, sprovvisti non già di auto, ma di natante) e scen­dere una notte al porto per accompagnare un ami­co che s'imbarca con l'ultima corsa per Palau, le cui luci si vendono palpitare nitide e terse al di là dello stretto braccio di mare: allora può capitare, al sem­plice snodarsi delle gomene e scivolar via della poppa, di avvertire un senso diverso, ben raro da cogliersi oggi, eccitante e insieme allarmante, di quel che si chiama "distacco". Un vero distacco che, pur nella sua modestia spaziale e nella sua provvisorietà temporale, ha un che di assoluto, co­me l'interruzione, se non proprio l'autentico taglio, di un cordone ombelicale. Le piccole isole (l'Asinara da una parte, l'Arcipela­go della Maddalena dall'altra) che costituiscono le mete di questi due itinerari aggiungono ciascuna per il suo verso a questo comune destino di isola­mento alcuni caratteri propri, cosi ben marcati e irripetibili da definirle come due universi total­mente difformi, in nessuna misura fra loro inter­cambiabili.
L'Asinara, per oltre un secolo e fino a pochissimi anni fa, è stata isola due volte: isola geografica e isola sociale. La sua natura di lazzaretto e di carce­re ha come fermato il tempo entro il perimetro fra­stagliato delle sue coste stupende, creando per ac­cumulazione di effetti una lontananza che sbalor­disce il visitatore fin dall'approdo. La Maddalena ha conosciuto la storia più da vicino, almeno negli ultimi due secoli, e può offrire all'ospite le piace­volezze perfino inattese di una cittadina graziosa e vivace. Ma La Maddalena è anche l'unica isola real­mente abitata del suo arcipelago, che presenta dunque al suo interno gradi di isolamento ulteriori. Il fatto che entrambe queste insularità differenti, con tutto il loro corteo di fortune e sventure, di bellezze e disagi, di libertà e costrizioni, siano adesso racchiuse entro le recinzioni, sia pure miti e invisibili, di altrettanti parchi nazionali ne con­ferma la natura speciale sul filo di un paradosso solo apparente: non appena gli svantaggi dell'iso­lamento si attenuano, occorre introdurre artificial­mente nuove forme d'isolamento per salvaguardar­ne gli irripetibili benefici. Perciò si tratta di viag­gi diversi da ogni altro, dove l'ospite non è invita­to all'assimilazione, ma a un passaggio quanto più possibile discreto, silenzioso e leggero.



Barche da pesca a Punta Marginetto,
sull'Isola della Maddalena



 
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