Isola di Sardegna

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Da Castelsardo a Tempio Pausania

La Storia

Distanza complessiva da percorrere                     circa 120 Km
Tempo medio di percorrenza                               circa 3 ore
Tempi di sosta e visita                                        circa 4 ore
Durata complessiva dell'itinerario                         circa  7  ore


1. Castelsardo: Domus dell'Elefante.
2. Sedini: Domus de janas Sa Rocca.
3. Perfugas: Museo archeologico e paleobotanico.
4. Perfugas: Tempio a pozzo nuragico Predio Canopoli.
5. Perfugas: Domus de janas e Fonte nuragica di Niedda.
6. Viddalba: Museo civico archeologico.
7. Bortigiadas: Domus de janas di Tisiennari.
8.Tempio Pausania: Nuraghe Izzana.
9. Tempio Pausania: Nuraghe Majori




1. Castelsardo: Domus dell'Elefante.
Si parte da Castelsardo lungo la strada statale 134 per Sedini e dopo circa quattro chilometri, appena superato il bivio per Valledoria, si vede sul margine sinistro della strada il celebre monumento naturale della Roccia dell'Elefante, spettacolare masso di trachite che gli agenti atmosferici hanno modellato facendogli assumere la forma di un elefante seduto. Alla base della roccia si aprono due tombe rupestri, in parte visitabili anche all'interno, suddivise in diversi rami e decorate con mimetismi architettonici come capitelli e cornici di porte. In una camera sepolcrale della tomba I, la meglio conservata, situata in posizione inferiore, sono ben visibili due protomi bovine, forse di toro, in bassorilievo (le corna di toro erano simbolo della forza riproduttrice della natura).

2. Sedini: Domus de janas Sa Rocca.
Da questo bivio, la statale 134, dapprima salendo fra le sughere e poi scendendo per un breve tratto, conduce in poco più di dieci chilometri al paese di Sedini, compattamente arroccato in una spaccatura del monte. Qui, proprio lungo la strada, nel centro stesso dell'abitato, è la Domus de janas Sa Rocca, ipogeo funerario che risale al Neolitico recente (3500-2700 a.C.). Scavato in un masso calcareo, è stato via via modificato nelle varie fasi di utilizzazione: inizialmente era composto da due soli vani (anticella e cella principale), dell'Età del Rame
furono aggiunti alcuni vani laterali, nel Medioevo venne utilizzato come prigione e nel Novecento, infine, divenne una casa d'abitazione (com'è tuttora), con raggiunta di murature e solai.

La domus de Janas Sa Rocca, nel centro di Sedini, trasformata in abitazione


L'entrata originaria era di forma quadrata e sollevata dal suolo: vi si accedeva per mezzo di un grosso masso, forse fornito di gradini, poi rotolato a valle. Le sei celle (ciascuna di circa 2,4 x 1,5 m, con un'altezza tra 1,45 e 2,5 m) sono disposte su diversi piani comunicanti: dalla prima, di forma quadrangolare con tre nicchie sopraelevate, forse utilizzate per la deposizione di offerte, si passa alla seconda, anch'essa di forma quadrangolare ma irregolare. Tramite un portello sopraelevato, si accede alla terza di forma sub ellittica, collegata alla quarta, tondeggiante. Agli ultimi due vani laterali, fusi in un unico ambiente asimmetrica durante la più recente sistemazione del complesso, si accede dalla prima e dalla seconda cella.

3. Perfugas: Museo archeologico e paleobotanico.
Da Sedini si prosegue lungo la statale 134 fino alla sua confluenza nella statale 127, dove si svolterà a sinistra per raggiungere in pochi minuti Perfugas. Qui, al centro dell'abitato, visiteremo l'importante museo, che raccoglie le testimonianze archeologiche di uno dei territori comunali più ricchi di monumenti prenuragici e nuragici del Nord Sardegna, cui si aggiungono materiali di epoca romana (il sito dell'attuale Perfugas coincide forse con quello dell'insediamento romano dì Erucium). Ma la peculiarità di questo museo consiste soprattutto negli splendidi reperti paleolitici e paleobotanici esposti nelle sue sale. Questi ultimi consistono in tronchi d'albero silicizzati, spesso trasformatisi, per un processo di mineralizzazione, in agata e calcedonio. I fossili vegetali provengono dalla foresta pietrificata dell'Anglona, risalente ad un'epoca compresa fra i 25 e i 15 milioni di anni fa. Tra tutti i reperti esposti svettano per importanza alcuni strumenti e utensili in selce scheggiata di tipo "clactoniano" (da Clacton - on - Sea, nella regione inglese dell'Essex), resi taglienti con la tecnica di percussione diretta su incudine. Fino a non molti anni fa si era infatti convinti che l'uomo fosse presente in Sardegna solo a partire dal Neolitico (8000 a.C.). Il ritrovamento di questi utensili nella regione alluvionale tra Riu Altana e Ria Anzos, presso Perfugas, ha spostato la data ben più a ritroso, fino al Paleolitico inferiore (450.000120.000 anni fa).

4. Perfugas: Tempio a pozzo nuragico Predio Canopoli.
Sempre nell'abitato di Perfugas, scendendo alcuni gradini che partono dalla piazza della parrocchiale di Santa Maria degli Angeli, si può visitare un monumento di notevole interesse archeologico e architettonico: un piccolo pozzo nuragico che fu casualmente scoperto nel 1923 nell'area di un giardino privato (il nome di Predio Canopoli deriva appunto da quello del proprietario del fondo) e che costituisce un raffinato esempio di architettura risalente forse alla prima Età del ferro. Il tempio, in buono stato di conservazione, comprende un'area rettangolare con sedili laterali e un altare per le offerte, e il pozzo, del diametro di circa 2 m, cui si accede scendendo 8 gradini. Il tutto è realizzato in pietra calcarea bianca. All'esterno un paramento in conci perfettamente squadrati muniti di due bugne per ogni concio. Accanto al santuario si eleva un muro in pietra vulcanica. Nelle immediate adiacenze una struttura di forma rettangolare, anch'essa probabilmente a carattere sacro. Attorno al tempio so notano resti di insediamenti abitativi di epoca nuragica e romana.

5. Perfugas: Domus de janas e Fonte nuragica di Niedda.
La meta successiva del nostro itinerario è molto più impegnativa delle precedenti e, in mancanza di una guida esperta, presuppone un certo talento e un po' di fortuna nel reperimento del sito.


Perfugas: la fonte nuragica di Niedda

Si esce da Perfugas lungo la strada provinciale per Erula e, percorsi circa cinque chilometri, si raggiunge la frazione di Modditonalza: duecento metri dopo questo piccolo abitato si svolterà a destra, imboccando una strada ai cui lati sono disseminate, disperse nella campagna e in parte nascoste dalla vegetazione, 16 domus de janas risalenti al Neolitico recente (3500 - 2700 a.C.), alcune delle quali ancora interrate e non visitabili. Dal punto di vista morfologico queste tombe presentano tutte un impianto a T, con un corridoio d'ingresso che conduce alla camera principale dell'ipogeo. All'esterno di una delle domus sono scolpite
delle protomi taurine, simbolo della forza riproduttrice della natura. Nei pressi delle tombe è un monumento di ancor maggiore interesse: un raro esempio di fonte sacra di epoca nuragica, dedicata al culto delle acque. La costruzione, scoperta nel 1980, presenta una pianta ellittica, con il prospetto principale lungo circa cinque metri e composto di quattro file di blocchi perfettamente squadrati e decorati con due bugne sporgenti per blocco.

Perfugas: Domus de Janas di Niedda

All'interno si compone di una canaletta di tufo trachitico, atta a raccogliere l'acqua della vena sorgiva, e di una rozza scaletta.




6. Viddalba: Museo civico archeologico.
Da Niedda si ritorna sulla provinciale per Erula, dove si svolta a sinistra facendo a ritroso la strada dell'andata fino a poco più di un chilometro da Perfugas: qui si piega a destra nella provinciale per Santa Maria Coghinas, che si raggiunge in circa dieci chilometri, svoltando però a destra prima dell'abitato e scavalcando il Coghinas per arrivare in breve a Viddalba. Il territorio di questo piccolo comune, che sorge a brevissima distanza dalla riva destra del fiume, all'estremità occidentale della Gallura, conserva testimonianze di una frequentazione umana ininterrotta dal Neolitico fino al Medioevo: domus de janas prenuragiche a Monte San Giovanni, un villaggio nuragico a San Leonardo, alla periferia dell'attuale abitato, e molteplici attestazioni di un'intensa presenza romana. Il piccolo ma ben organizzato museo di Viddalba permette di prendere una visione generale del ricco patrimonio archeologico della zona. Molto del materiale esposto proviene dai due siti citati di Monte San Giovanni e di San Leonardo. Nella sezione romana sono presenti i reperti degli scavi effettuati in una necropoli di età imperiale: di particolare interesse la ricostruzione di un sito funerario. Una sezione è dedicata infine ad un'illustrazione dei monumenti medievali presenti a Viddalba e dintorni.

7. Bortigiadas: Domus de janas di Tisiennari.
Da Viddalba si esce lungo una stradetta secondaria che conduce a Bortigiadas passando per la frazione di Giuntano: superato l'abitato di questa piccola frazione, si percorrono ancora due chilometri circa e, immediatamente dopo il ponte sul Riu Gazzini, si svolta a destra in uno sterrato, si tiene la destra alla prima biforcazione e, dopo circa tre chilometri, si raggiunge un altro sterrato, un po' più agevole del primo, subito a sud della frazione di Lu Torrinu. Qui si svolterà a sinistra e, alla biforcazione che s'incontra dopo 500 metri, a destra in direzione di Scopaggiu. Fatti altri 500 metri si scorge sulla destra un nuraghe su una piccola altura: circa 300 metri a destra del nuraghe, e a breve distanza dal margine della strada, è l'interessante Tomba di Tisiennari, uno dei rari esempi galluresi di domus de janas decorata. La sepoltura, scavata in una parete di roccia calcarea, è composta di quattro ambienti. Nella cella D una delle pareti presenta una falsa porta con cornice scolpita, sormontata da un duplice motivo di corna taurine. Sull'altra parete, disposti su tre file, sono incisi a martellina 43 motivi con figurazioni di genere svariata: alcuni motivi corniformi, altri a clessidra, altri idoliformi e altri ancora geometrici. Ampie e ben visibili le tracce di pittura rossa.

8.Tempio Pausania: Nuraghe Izzana.
Fatto dietrofront, si ritorna fino al bivio di Lu Torrinu, che si lascia però sulla sinistra, proseguendo sempre dritto per circa sette chilometri fino ad immettersi nella statale 127 che, dopo avere costeggiato per un tratto il corso del Coghinas, va a confluire a sua volta nella direttissima Sassari - Tempio. Qui si svolterà a sinistra, in direzione di Tempio, e, lasciato a sinistra dopo una dozzina di chilometri il bivio per Bortigiadas, si proseguirà ancora per un breve tratto (circa quattro chilometri) fino a svoltare nuovamente a sinistra nella provinciale per Aggius. Attraversato l'abitato, si prende quindi la provinciale per Trinità d'Agultu e, dopo poco più di due chilometri, s'infila a destra uno sterrato che si seguirà per 1,3 chilometri, fino ad incontrare sulla destra un cancello: lasciata l'auto, si prosegue a piedi, varcando il cancello e seguendo il sentiero per circa un chilometro. Si arriva così al Nuraghe Izzana che, situato in comune di Tempio proprio al confine con quello di Aggius, è considerato il più grande nuraghe della Gallura e certamente anche uno dei più importanti, rappresentando un notevole esempio di passaggio dai principi architettonici dei nuraghi a corridoio a quelli dei nuraghi a tholos (falsa volta). Dotato di tre ingressi, ha uno schema planimetrico triangolare. La camera centrale ha copertura a tholos. Facilmente accessibile, è inserito in un paesaggio di incomparabile bellezza, tra rocce granitiche, fitte macchie di corbezzolo, cisto, lentisco e boschi di sughere.

9. Tempio Pausania: Nuraghe Majori.
A ritroso per lo sterrato fino alla provinciale, dove si svolta a sinistra, ritornando sui propri passi in direzione di Aggius: ma poco dopo si piega ancora a sinistra in una breve diramazione che collega la provinciale alla statale 133 Tempio - Palau, che dovremo imboccare in direzione di Tempio. Fatti pochi chilometri, ecco apparire sulla sinistra della strada il Nuraghe Majori, un altro tipico esempio di nuraghe gallurese. La costruzione in massi granitici è alquanto irregolare, e presenta sia i principi dei nuraghi a corridoio sia i principi di quelli a tholos (copertura a falsa volta).


Costruito in grandi blocchi di granito, il nuraghe Majori nell’agro di Tempio Pausania, è un tipico esempio di nuraghe gallurese



Dall'ingresso si snoda un corridoio centrale, con copertura a ogiva, che taglia longitudinalmente la massa muraria, come nei classici nuraghi a corridoio, separando due ambienti che invece hanno una copertura, seppure di tipo ancora rudimentale, a falsa volta. Il corridoio, superati i due ambienti, conduce ad un ampio cortile. Recenti scavi hanno inoltre documentato un riutilizzo del luogo in età romano - imperiale.
Dal Nuraghe Majori, proseguendo per la statale 133, si raggiunge Tempio in pochi minuti.


 
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