Ittiri
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Altitudine: m 400 Superficie: kmq
111,56 Abitanti: 9.201 |
La chiesa
romanica di Nostra Signora di Coros |
A
questo paese è associata un'idea di opulenza che ha fondamento nel suo territorio,
una regione collinare vasta e fertile ricca di corsi d'acqua e di sorgenti,
nella consistenza del suo patrimonio in bestiame, nel gran numero delle
attività commerciali, artigiane, industriali, che vi si svolgono, e che
trova conferma nell'aspetto stesso del suo abitato, dove sono numerosi i
begli edifici ottocenteschi che furono, o sono ancora, le dimore d'una
solida borghesia di matrice agraria. La
nuda trachite delle facciate rivela l'abilità degli scalpellini che la
lavorarono: Ittiri vanta in questo campo un'antica tradizione che la scuola
professionale che vi opera intende tenere viva e consolidare. Il
territorio fu popolato fin da età antichissime: conobbe insediamenti di
qualche consistenza in età nuragica, i romani vi istituirono una stazione di posta,
vi fu fondata una città (Coros, a breve distanza dall'attuale Ittiri)
che in età giudicale fu capoluogo della curatoria, i monaci cistercensi vi
costruirono chiese e monasteri: dopo la caduta del Giudicato di Torres
questi luoghi furono per lungo tempo oggetto di contesa fra i Doria, gli
Arborea e gli aragonesi i quali, sconfitti gli avversari, nel Cinquecento
riunirono Ittiri e Uri in una baronia che un paio di secoli più tardi il
governo sabaudo trasformò in contea e concesse in feudo ai Ledà-Viaris. Di
queste lontane vicende restano numerose testimonianze. Oltre
a una ventina di nuraghi di diversa struttura e di vario grado d'interesse,
nel territorio di Ittiri vi sono due necropoli di notevole rilievo. A qualche
centinaio di metri dall'abitato si trovano gli ipogei di Musellus, una serie
di tombe di epoca prenuragica scavate nella roccia, sicuramente riutilizzate
in età medioevale, come dimostrano le modifiche operate in alcuni ambienti
e, soprattutto, la croce incisa sull'architrave dell'ingresso di uno degli
ipogei. A
breve distanza vi è una sepoltura di età nuragica: è una tomba a corridoio
costruita con grandi lastre di trachite infisse nel terreno. A qualche
chilometro dal paese, e a qualche distanza dalla strada per Banari, vi sono
le Domus dejanas di Ochila scavate in una parete di roccia calcarea.
La necropoli comprende otto tombe, due delle quali di notevole interesse per
la complessità della pianta e per gli elementi decorativi che le ornano. Non pochi, e di grande rilievo, anche i monumenti medioevali. Sulla riva del Lago artificiale del Cuga, a circa quattordici chilometri da Ittiri, sorge la chiesa campestre di San Leonardo, costruita in età medioevale più a valle, in un luogo ora sommerso dall'acqua del bacino. Una
trentina d'anni fa, prima che l'invaso fosse riempito, la chiesetta fu
demolita e poi ricostruita nel luogo dove ora si vede. Della struttura
originaria restano soltanto la facciata e i muri laterali. A qualche
distanza dal paese, non lontano dalla strada per Banari, si trova la chiesa
romanica di Nostra Signora di Coros, costruita dai monaci cistercensi nella
prima metà del Duecento. Della
struttura originaria le modifiche che l'edificio ha subito hanno lasciato
integri i muri laterali e la volta a botte. Recentemente
è stato ricostruito, con qualche arbitrio, anche il piccolo monastero annesso
alla chiesa. Lungo
la strada per Uri, a 6 chilometri da Ittiri, si trovano i resti dell'abbazia
cistercense di Santa Maria di Paulis, che il giudice di Torres Gomita
II fece costruire nel 1205 e affidò poi ai monaci cistercensi. Dell'edificio,
a tre navate, lungo 36 metri e largo 14, restano soltanto parti del transetto
e della navata destra. Ogni
anno, l'ultima settimana di agosto, per iniziativa dell'associazione
culturale Ittiri Cannedu che ha partecipato a numerose rassegne
folcloristiche regionali e nazionali e rappresentato l'Italia in festival internazionali,
il paese ospita la "Ittiri Folk Festa" che si svolge in due
giornate e richiama numerosi gruppi italiani e stranieri. Si svolge invece nella prima decade di agosto la manifestazione musicale "Ittirit-mi" che, organizzata dalla Pro Loco, è dedicata a quella che viene chiamata world music, commistione fra la musica etnica tradizionale e moduli musicali moderni di varia impronta. |