Bultei
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Altitudine: m 509 Superficie: kmq
96.61 Abitanti: 1.205 |
I resti delle
terme romane dì San Saturnino |
II paese, disposto ad anfiteatro intorno al corso di un
torrente (il Rio Tortu) che scende dalla vetta del Monte Masiennera, si
affaccia sulla valle del Tirso, di fronte alle Terme di San Saturnino.
L'abitato (strade disposte con ordine, una chiesa parrocchiale di
costruzione relativamente recente, un grande edificio scolastico), un tempo
distinto in due rioni, si è andato unificando nel tempo. Bultei, che nel 1962
aveva 2.370 abitanti, negli ultimi decenni ha diviso con buona parte dei
centri del Goceano il destino di parziale spopolamento. Dispone tuttavia di un territorio che, se pure non vastissimo,
è vario e ricco di risorse, poiché abbraccia una parte della pianura che
comprende le Sorgenti termali di San Saturnino, il cui effettivo sfruttamento
avviene però in larga misura nel territorio di Benetutti, e si spinge fin
verso le cime della catena montuosa del Goceano. In tutta quest'area, in
particolare in prossimità del Tirso, sono numerose le testimonianze di
antichissimi insediamenti umani che si sono succeduti fino all'età
fenicio-punica (in località Salare fu trovato un ripostiglio contenente
qualche centinaio di monete cartaginesi del IV secolo a.C.), a quella romana
(le terme di Aquae Lesitanae) e al Medioevo, al quale risale la chiesetta di
San Saturnino, donata nel 1163 dal vescovo di Castro ai monaci camaldolesi.
Non mancano le testimonianze dell'età nuragica. A qualche
chilometro dal paese, lungo la strada per Buddusò, vi è il Nuraghe Nurchidda ,
del quale si è conservata soltanto la torre centrale, che ha la copertura a tholos
e pianta circolare. A 1000 metri d'altezza, lungo la strada per Pattada, si
trova il Nuraghe Tilariga, costituito da una torre principale fiancheggiata
trasversalmente da un corpo aggiunto Di grande interesse naturalistico il Parco naturale di Sa
Fraigada, che fa parte del vasto comprensorio forestale di Fiorentini,
divenuto proprietà demaniale nel 1886. Nel parco crescono principalmente
sughere, lecci e roverelle, ma nei primi decenni del Novecento al suo
interno, nella località detta "Su Tassu", sono stati piantati
numerosi pini larici che oggi, alti più di 30 metri, sono gli alberi più alti
della Sardegna. |