Banari
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Altitudine:
m 419 Superficie: kmq 21,27 Abitanti: 701
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Il settecentesco Palazzo Corda, oggi sede dei Comune |
Banari sorge su un suolo
tormentato, dove le alture di trachite si alternano alle valli percorse da piccoli corsi d'acqua, in una
successione cosi fitta da rendere estremamente tortuosa la sola strada,
quella che correndo fra i modesti rilievi del Meilogu collega Siligo con
Ittiri, che attraversi l'abitato. Paese non ricco (ha perso poco meno della
metà dei 1205 abitanti che contava nel 1962), ha tuttavia un centro storico
di grande decoro architettonico, che conserva bei palazzi signorili costruiti
fra il XIII e il XVIII secolo e mantiene netta la distinzione fra la parte
del paese (basse case a un solo piano costruite lungo stradine strette a
ridosso del colle) che fu abitata dai poveri, e quella nella quale ebbero le
loro residenze le famiglie nobili o ricche. Questo antico impianto
urbanistico, sicuramente non ugualitario, ha origini storiche. La nascita del
borgo, in età medioevale, fu infatti connessa all'ampliarsi della potenza
degli ordini monastici che s'erano insediati nei grandi conventi posti più a
nord: i Vallombrosani del convento di Salvenero (nel territorio di Ploaghe),
e i Camaldolesi di Saccargia (Codrongianos). Apparteneva ai primi il
monastero del quale restano le rovine intorno alla bella chiesa romanica di
Santa Maria di Cea, a qualche
distanza dal paese; ai secondi la Chiesa di San Michele e la parrocchiale di
San Lorenzo, delle cui origini romaniche si possono trovare ormai soltanto pochi
indizi nell'abside. Nei secoli successivi Banari fece parte del dominio dei
Doria; in seguito, sotto la dominazione aragonese, fu compresa, insieme a
Siligo, nella contea di Villanova Montesanto, feudo degli Alagon. Nel 1796 aderì ai moti antifeudali
promossi da Thiesi e si uni a Giovanni Maria Angioi nella sua sfortunata
impresa. L'economia del paese non è
particolarmente florida: le attività prevalenti sono rimaste per lungo tempo,
e in parte sono ancora, l'agricoltura e l'estrazione, nelle numerose cave
aperte di tempo in tempo intorno al paese, della bella trachite rossa con la
quale si sono costruiti le case e i palazzi signorili. In passato, fino a
qualche decennio fa, ebbe qualche rilievo anche la lavorazione artigiana
della terracotta: a Banari si producevano tegole, mattoni, fornelli che
venivano venduti in tutta l'isola. Se del passato non si sono
conservate le ricchezze che pure vi dovettero essere, sono però rimaste
testimonianze di grande dignità nei bei palazzi del vecchio centro. Risale
al Settecento il Palazzo Corda, oggi sede del Comune, che si affaccia su due
piazze e sulla via principale del paese. All'interno la pavimentazione, le
scale, le volte a botte sono realizzate in trachite rossa; molto belle le
sale ora adibite a biblioteca e ad aula consiliare. Al Comune, che lo ha
acquistato e ne ha curato il restauro, appartiene anche il Palazzo
Solinas-Zamboni. Il più antico, poiché la struttura originaria risale al XIII
secolo, è il Palazzo Carta, nel quale l'attuale proprietario consente che si
tengano concerti di musica da camera. Vecchie memorie custodisce il palazzo
della famiglia di Monsignor Diego Marongiu Del Rio (nato a Banari nel 1819,
morto a Sassari nel 1905), che fu arcivescovo di Sassari, docente
universitario, deputato al Parlamento di Torino dal 1849 al 1852. Adagiata nel fondo di una
valle, a lato della strada che porta ad Ittiri, è la chiesa di Santa Maria
di Cea, che dipendeva dal Convento di San Michele di Salvenero dei monaci
vallombrosani. La chiesa, non grande, è di belle linee romaniche; un'iscrizione
sulla facciata reca la data del 1260. Intorno alla chiesa sono in corso gli
scavi intesi a riportare in luce i resti del villaggio di Cea, che sorgeva in
questo luogo fino alla prima metà del Cinquecento. I dintorni di Banari
hanno anche altre attrattive: le Alture di Corona Alta e di Sa Silva, l'Oasi
di protezione faunistica di Badde Manna, di notevole interesse
naturalistico, il Rio de S'Adde, ricoperto, in primavera, da una distesa di
ranuncoli selvatici. Banari è oggi un centro di
grande vivacità culturale. Ogni anno, in settembre, vi si svolge una
manifestazione, "Banari Arte", che per tutta una settimana
coinvolge l'intero paese: nel corso della rassegna si svolgono proiezioni
cinematografiche, rappresentazioni teatrali, concerti, e artisti d'ogni
parte d'Italia eseguono, in una sorta di grande laboratorio all'aperto,
sculture e affreschi. Ad artisti e a visitatori offrono ospitalità,
accogliendoli nelle loro case, gli abitanti del paese. |