Ploaghe
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Altitudine: m 425 Superfìcie: kmq
96,08 Abitanti: 4.835 |
L'Oratorio del
Rosario |
Prossimo
alla sommità d'un vulcano spento (il Monte San Matteo) lungo i cui fianchi si
distende, Ploaghe guarda su un vasto succedersi di colline, più alte e aspre
a nord, verso il confine col territorio di Osilo, via via più basse e lente
ad est, verso la Piana di Chilivani. I
luoghi, grandi estensioni di pascoli bene ordinati, suggeriscono l'idea di
un'antica opulenza pastorale: idea che non deve essere del tutto priva di
fondamento, se il paese, diversamente dalla maggior parte degli altri in
questa regione, non ha visto diminuire la sua popolazione. Ploaghe,
rinata dopo le distruzioni inflittele dai Vandali, fu sede vescovile dal
1073 al 1503, capoluogo d'una curatoria in età giudicale e poi centro di
potere baronale. L'abitato
conserva, raccolti in poco spazio, i segni di un passato di grande decoro: su
un'ampia piazza al centro del paese si affacciano la bella chiesa
parrocchiale di San Pietro Apostolo (una porta laterale la collega
all'antico cimitero), i due Oratori del Rosario e di Santa Croce sorti ai
suoi lati, la casa parrocchiale che ora ospita la Pinacoteca Spano, donata
al paese dal suo cittadino più illustre, il canonico Giovanni Spano (1803 -
1878), filologo, storico, archeologo; di fronte, il palazzo municipale, che
fu sede del Monte Granatico. Gli
edifici religiosi offrono tutti qualche motivo d'interesse. La
Chiesa di San Pietro fu costruita nel XVII secolo: in seguito le fu aggiunta
una terza navata. All'interno
si conservano arredi di qualche pregio, fra i quali un coro ligneo del
Seicento, opera di artigiani locali, e un'antica acquasantiera ritenuta di
epoca lombarda. Fino
a qualche tempo fa vi trovava posto un importante dipinto cinquecentesco, una
Sacra Famiglia del "Maestro di Ozieri", ora sottoposto a restauro
presso la Soprintendenza di Sassari. Al
Seicento risalgono anche i due oratori ai lati della chiesa; in quello del
Rosario, che ha un'unica navata con volta a botte, è custodito un pregevole
altare maggiore di legno dipinto. Singolare
il Cimitero monumentale, costruito nell'Ottocento: la struttura è quella di
una chiesa a navata unica, priva di copertura; nelle cappelle laterali sono
murate lapidi sulle quali sono incise belle epigrafi in un logudorese fortemente
latineggiante, che furono dettate dal canonico Spano e dal suo amico
"rettore" Cossu, a quel tempo parroco di Ploaghe. La
Pinacoteca, attualmente ospitata nella casa parrocchiale, raccoglie una cinquantina
di quadri di notevole pregio, fra i quali un San Domenico di Francesco
Traini, una Madonna con Bambino di un pittore tedesco del Quattrocento e
parte di un retablo del pittore cagliaritano del Cinquecento Michele Cavare.
Sorge
nell'abitato anche il Convento dei Cappuccini, uno dei più grandi della
Sardegna, che fu costruito intorno alla metà del Seicento. A
pochi chilometri dal paese, intorno al luogo in cui sorgeva il villaggio di Salvenero,
scomparso alla fine del Settecento, vi sono due belle chiese medioevali.
La
prima. San Michele di Salvenero, costruita fra la fine dell'XI e l'inizio
del XII secolo, subì in seguito pesanti manomissioni. Di
particolare interesse le tre absidi in bianchi conci di calcare. Più
recente, poiché fu costruita nel Duecento, la vicina Chiesa di Sant'Antonio
di Salvenero. Nel
Settecento furono addossati ai suoi fianchi due edifici, che dell'antica
chiesa lasciano visibili soltanto la facciata e l'abside, entrambe a fasce
alternate di trachite rossa e di calcare. Nel
territorio di Ploaghe sono molto numerose le testimonianze della presenza
dell'uomo in età antichissime: intorno al 1920 vi furono rilevati 57
nuraghi. Uno
d'essi, il Nuraghe Attentu, fu oggetto di scavi, nell'Ottocento, da parte
del canonico Giovanni Spano. È
costituito da una torre principale intorno alla quale sorgevano altre torri
secondarie, probabilmente tre, soltanto due delle quali ancora visibili. In
anni recenti, a pochi chilometri dal paese, è stata scoperta un'antica
sepoltura, la Tomba di Mulinu, di un tipo che non ha in Sardegna altri
esempi. Ha un
unico ambiente dalla volta in pietra pomice. Si
ritiene che la tomba risalga all'Alto Medioevo, probabilmente all'età
bizantina. Ploaghe
ha in comune con Sassari e Nulvi la tradizione della Processione dei
Candelieri, che si svolge ogni anno, come atto di ringraziamento, dal 1580,
quando il paese fu risparmiato dalla peste. Il
rito viene celebrato due volte: in occasione del Corpus Domini e il 14
agosto, vigilia della festa della Madonna Assunta. I Candelieri,
riccamente decorati , sono due e rappresentano i "gremi" dei
pastori e dei contadini. |