Oschiri
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Altitudine: m 202 Superficie: kmq
216,07 Abitanti: 3.850 |
L'area sacra dì
Santo Stefano, sede dì culto dall'età nuragica a quella paleocristiana |
Non
lontano dalle estreme pendici meridionali del Limbara, Oschiri si distende
fra le lente ondulazioni di una vasta pianura, nel punto in cui la strada che
collega Sassari con 0lbia si incrocia con quella che da Ozieri, attraversato
il Lago del Coghinas, si inerpica sulla montagna per raggiungere Tempio. Sull'abitato,
nel quale le case di linea semplice si affacciano sull'ordinata scacchiera
delle strade, si leva imponente la mole della chiesa parrocchiale
dell'Immacolata, di costruzione relativamente recente, poiché fu completata
nei primi anni del Novecento. Paese
di radicata tradizione agraria e pastorale, al quale non mancano le terre
fertili, i ricchi pascoli e il buon bestiame, conobbe tuttavia, nei decenni
scorsi, le angustie dell'emigrazione. Il
vasto territorio (21.000 ettari, 2000 dei quali sommersi dalle acque del Lago
del Coghinas) accolse insediamenti umani fin da età lontanissime. Oltre
a numerose domus dejanas, vi si trovano, a pochi chilometri dal paese, non
lontano dalla strada per Tempio, i resti del circolo megalitico di Pedredu, che
gli studiosi fanno risalire alla "Cultura di Ozieri" (3500-2700 a.C.),
costituito da grandi lastre di pietra confitte nel terreno. La
presenza umana non dovette subire interruzioni neppure nelle età successive:
da quella nuragica (in quest'area si sono contati non meno di quaranta
nuraghi in vario stato di conservazione), a quella romana, quando queste
pianure furono intensamente coltivate a benefìcio dei dominatori, a quella
giudicale, quando a breve distanza da Oscniri sorse, forse sui resti di un insediamento
romano, il centro di Castro che ebbe il suo castello e, poiché dal 1163 al
1503 fu sede di diocesi, la sua cattedrale, bella chiesa romanica intitolata
a Nostra Signora di Castro, ora non lontana dalla riva del lago artificiale
del Coghinas. Costruita
interamente in trachite rossa, ha la facciata decorata da un fregio ad
archetti, sulla quale si leva un campanile a doppia cella. Semplice
e severo l'interno a navata unica. La chiesa è al centro di una festa che si
svolge il lunedì dopo Pasqua e si prolunga per tutta la settimana. Fu quasi
contemporanea a quella della Cattedrale di Castro la costruzione di altre due
chiese: quella, di belle linee romaniche, di Nostra Signora di Otti,
che fu forse la parrocchiale di un villaggio ora scomparso, e quella di San Demetrio,
consacrata nel 1168, che, originariamente annessa a un monastero
benedettino, è ora inglobata nell'area del cimitero di Oschiri. |