Luras
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Altitudine: m 508 Superficie: kmq
87,03 Abitanti: 2.729 |
L'allèe couverte di Ladas |
II paese, adagiato su un
poggio in lento declivio verso nord-est, guarda verso la valle percorsa dal
Fiume Liscia che più a valle si getta nel bacino artificiale che ne ha
preso il nome e che a Luras appartiene per il 90 per cento. L'abitato, quasi
pianeggiante, ha strade in parte strette, sulle quali si affacciano edifici
non privi di qualche grazia architettonica. Al centro sorge la chiesa
parrocchiale della Madonna del Rosario, dalle armoniose linee
settecentesche, nella quale si conservano alcuni dipinti dell'ottocento di
qualche pregio. Luras ha una singolare particolarità linguistica: sebbene
sia al centro della Gallura, vi si parla il logudorese: vi è chi
dell'anomalia ha dato una spiegazione di fondamento a dir poco incerto: gli
attuali abitanti del paese discenderebbero da un gruppo di ebrei che i romani
deportarono in Sardegna nel I secolo d. C. In età medioevale il
paese, il cui nome era allora Lauras, fece parte del Giudicato di Gallura;
prese a svilupparsi nel Trecento, quando l'insidia dei pirati costrinse i
sardi che vivevano presso la costa a ritirarsi verso i centri dell'interno. Oggi Luras, la cui economia,
oltre che sulle risorse dell'agricoltura, può contare su quelle dell'estrazione
del granito e dall'industria edilizia, gode di un sia pur moderato benessere. Il territorio, che si
estende su una vasta area, presenta diversi motivi d'interesse. Nelle immediate vicinanze
del lago del Liscia, accanto alla chiesetta di San Bartolomeo, si trova un
albero millenario, l'Olivastro di San Nicola, considerato un monumento
naturale: è alto 15 metri ed ha una circonferenza di 11 metri. A poche centinaia di
metri dall'abitato vi sono tre dolmen (quelli di Alzoleddha, di Bilella e di Ciuleddha),
monumenti funerari che risalgono a un periodo che va dal 3500 al 1800 a.C.,
mentre del 1800 a.C. è la tomba a galleria o allée couverte di Ladas, non
lontana dai primi tre. È posta al centro del
paese una casa-museo di grande interesse, poiché attraverso gli oggetti che
vi sono ordinati vi si ricostruiscono tutti gli aspetti del lavoro e della
vita quotidiana della tradizione gallurese. |