Il silenzio della Gallura interna

 

Distanza complessiva da percorrere

circa 185 Km 

Tempo medio di percorrenza

circa 5 ore

Percorsi a piedi

circa 30 minuti

Tempi di sosta e visita

circa 3 ore

Durata complessiva dell'itinerario

da 8 a 9  ore

 

 1. Bortigiadas: Fiume Coghinas e Lago artificiale di Casteldoria. 

 2. Viddalba: Spiaggia fluviale di Li Caldani.

 3. Aggius: Valle della Luna e Strada panoramica di Aggius.

 4. Tempio Pausania: Monte Pulchiana.

 5. Luogosanto: Parco naturale di Fonte La Filetta.

 6. Sant'Antonio di Gallura: Monte Santo.

 7. Calangianus: Valle del Rio Catala e Altipiano di Li Conchi.

 

 

Dalla riva destra del Coghinas fino alla costa di Olbia e di Arzachena, dal litorale di Trinità d'Agultu, Aglientu e Santa Teresa fino alle pendici del Limbara, la Gallura è una grande regione che, pur nella varietà degli scenari e dei colori, presenta un suo volto compatto, coerente e ben riconoscibile.

 

Graniti e macchia presso

la vetta del Limbara

 

Gli elementi costitutivi di questa personalità forte e omogenea sono da ricercarsi in pari misura nella geografia e nella storia, che hanno cospirato a fare della Gallura una terra di boschi, d'acqua, di rocce, di pascoli, dove la presenza dell'uomo è insolitamente rarefatta e sporadica. L'itinerario propone un piccolo viaggio in questa natura intatta, ora arida e asciutta ora rigogliosa e verdeggiante, ma sempre abitata da un silenzio, da un senso di solitudine e mistero, da una prossimità all'infinito che, oggi, è ben raro conoscere.

1. Bortigiadas: Fiume Coghinas e Lago artificiale di Casteldoria. 

L'itinerario è immaginato con partenza e arrivo a Tempio Pausania, principale centro della Gallura interna e per secoli sua "capitale" indiscussa. Da Tempio si imbocca la statale 127 in direzione di Sassari, si lascia sulla destra l'abitato di Bortigiadas e si prosegue ancora per circa nove chilometri: alla biforcazione, anziché infilare la direttissima per Sassari, si piega a destra sulla stessa statale 127 che costeggia per un tratto il Coghinas. Percorsi ancora poco meno di due chilometri si svolta nuovamente a destra in una strada secondaria in direzione di Tisiennari, dalla quale si dirama no sulla sinistra vari sentieri che portano sulla riva del fiume. In questo tratto, dove descrive una grande ansa, il Coghinas è particolarmente suggestivo, sia per la ricchezza della vegetazione che si assiepa lungo le sue rive sia per il gran numero di nuraghi che ne punteggiano le sponde. Poco più avanti, dopo aver ricevuto le acque del Rio Giobaduras, uno dei suoi principali affluenti, il fiume lambisce (presso una località chiamata appunto per questa ragione Pont'Ezzi, cioè Ponte Vecchio) le rovine di un ponte romano. Lungo la stessa strada si può poi raggiungere (deviando a destra dopo circa cinque chilometri dal bivio della statale) la frazione di Scopaggiu, dal cui piccolo abitato si prenderà un sentiero pedonale che conduce al Lago artificiale di Casteldoria, un invaso di modeste dimensioni, creato nel 1926 a scopo soprattutto di produzione di energia elettrica e di irrigazione. Il lago, la cui sponda destra ricade in territorio di Bortigiadas mentre la sinistra appartiene al comune di Perfugas, è frequentato da nutriti gruppi di uccelli palustri ed è ricco di pesce. Da Scopaggiu si può poi spingersi un paio di chilometri verso nord, fino a veder apparire il massiccio granitico del Monte Ruiu (Monte Rosso, per il colore rosato della roccia), sulla cui cima svettano due guglie che, per il loro curioso aspetto, sono chiamate dalla gente del luogo Su Padre e Sa Monza: infatti, soprattutto al tramonto, sembrano stagliarsi nitide sullo sfondo del cielo le immagini di un frate incappucciato e di una suora.

2. Viddalba: Spiaggia fluviale di Li Caldani.

Da Scopaggiu si torna indietro per circa un chilometro, quindi si svolta a sinistra per Lu Turrinu e di qui si imbocca uno sterrato non agevolissimo che però porta abbastanza rapidamente, alcuni chilometri più a nord, all'incrocio con La provinciale Bortigiadas-Viddalba.

 

Il Coghinas in territorio di Viddalba: in questo tratto il fiume, navigabile con piccole imbarcazioni, scorre tranquillo nel rigoglio della vegetazione riparia.

Circa un chilometro prima di raggiungere l'abitato di Viddalba si piega a sinistra in uno sterrato e, oltrepassato un cancello di legno, si prosegue fino ad un boschetto al termine del quale si trova la piccola spiaggia fluviale di Li Caldani, sulla riva del Coghinas. Circondata da una fitta vegetazione di eucalipti, pini, olivastri e macchia mediterranea con palma nana, la spiaggetta è inserita in un ambiente naturale pressoché intatto, reso particolarmente suggestivo dal rosso acceso delle rocce di Monte Ruiu che si specchiano, appena più a monte, nelle acque del lago artificiale di Casteldoria. Nelle vicinanze, sulla sponda opposta del fiume proprio ai piedi del Castello dei Dona, in comune di Santa Maria Coghinas, scaturiscono dalla roccia in vari punti le Sorgenti termali di Casteldoria.          Le acque termali, dotate di proprietà terapeutiche note fin dall'antichità, raggiungono temperature decisamente elevate (dai 65 ai 75 °C), che rendono un bagno in questo tratto del Coghinas un'esperienza molto piacevole.

3. Aggius: Valle della Luna e Strada panoramica di Aggius.

Si esce da Viddalba lungo una strada provinciale che, dopo una dozzina di chilometri, confluisce in quella per Aggius: percorsi altri cinque chilometri circa da questo bivio (e sette prima di arrivare ad Aggius), ci si trova immersi in un paesaggio brullo e sassoso: una vasta pianura punteggiata di rocce granitiche isolate o a gruppi, enormi massi rotolati a valle in tempi immemorabili dai monti circostanti, in seguito a qualche cataclisma di portata apocalittica. È la Piana dei Grandi Sassi, o Valle della Luna. Il profondo silenzio, le ferme bizzarre delle rocce e i loro colori cangianti al variare della luce e dell'incidenza dei raggi del sole danno al paesaggio un aspetto irreale. La vegetazione è sporadica: qua e là si vedono isolati alberi di leccio e querce da sughero, mentre più rigogliosa è la macchia bassa di erica e cisto. A destra della strada appare una grande roccia detta per la sua forma 'Testa di Platone" La piana è ricca di tafoni, rocce granitiche scavate dagli agenti atmosferici e utilizzate come ripari naturali in epoca preistorica. Da una cupola di granito il Nuraghe Li Parisi domina la piana. Poco prima di raggiungere Aggius si svolterà poi a destra seguendo le indicazioni per la strada panoramica, che compie un ampio giro intorno al paese attraversando le pendici dei Monti di Aggius, (irta catena situata proprio alle spalle dell'abitato e chiamata per la sua linea seghettata il "Resegone sardo". Benché infatti ('altezza di questi rilievi sia piuttosto modesta (la punta più elevata è il Monte Sozza, 788 metri), le vette sono frastagliate e brulle e tra i massicci granitici si aprono aspri dirupi. Dalla strada si ammira un paesaggio ancora intatto, con rigogliosi boschi di sughere, il laghetto di Santa Degna e l' intera vallata che guarda verso Tempio.

4. Tempio Pausania: Monte Pulchiana.

Da Aggius si ritorna indietro lungo la provinciale per Trinità d'Agultu percorsa all'andata ma alla prima biforcazione si piega a destra per raggiungere dopo circa un chilometro la statale 133, dove si svolterà a sinistra in direzione di Palau: dopo 
un paio di chilometri di nuovo a sinistra in uno sterrato che conduce alle falde del Monte Pulchiana, che si erge isolato come un'enorme torre dalle pareti lisce e a strapiombo. Arrivare fino alla cima è possibile soltanto per chi abbia una certa esperienza di scalate in montagna e l'attrezzatura adeguata.

5. Luogosanto: Parco naturale di Fonte La Filetta.

La statale per Palau, sulla quale ritorneremo Lungo lo sterrato da Monte Pulchiana, attraversa adesso un paesaggio solitario, caratterizzato sulla destra della strada da immense sugherete e, sulla sinistra, dalle verdi distese dei pascoli punteggiati qua e là di stazzi. Al centro di questa zona suggestiva, di natura pressoché intatta, sorge l'abitato di Luogosanto, costruito sul fianco scosceso del Monte Casteddu. Per una strada asfaltata che parte direttamente dall'abitato raggiungiamo il piccolo Parco naturale di Fonte La Filetta, verdeggiante di lecci e di sughere intorno alla sorgente da cui prende il nome e le cui acque sono rinomate per le loro caratteristiche oligominerali e diuretiche. Il parco è attrezzato per picnic e passeggiate.

6. Sant'Antonio di Gallura: Monte Santo.

Da Luogosanto si prende la provinciale per Arzachena e Sant'Antonio di Gallura, bella strada panoramica che in circa 17 chilometri di saliscendi, attraversata da ultimo la valle del Liscia, conduce all'innesto della statale 427: qui si svolterà a destra verso Sant'Antonio di Gallura ma, pochi chilometri prima dell'abitato e in corrispondenza della chiesetta campestre di La Crucitta (che è sulla destra della strada), si infilerà a sinistra un lungo sterrato che dopo una decina di chilometri conduce al Monte Santo (619 metri), una delle cime più elevate dei Monti Ultana. La sua caratteristica preminente è data dal colore rosa dei graniti affioranti, che contrasta col verde della fitta vegetazione: vi prevalgono il cisto, il lentisco, il corbezzolo, (olivastro, il pero selvatico. La macchia è dimora abituale di gatti selvatici, volpi, donnole, lepri e cinghiali.

7. Calangianus: Valle del Rio Catala e Altipiano di Li Conchi.


La bellissima strada (la statale 427) che, al ritorno da Monte Santo, ci conduce dapprima a Sant'Antonio di Gallura e poi in direzione di Tempio attraversa, circa sei chilometri prima di raggiungere Calangianus, la suggestiva Valle del Rio Catala:
la splendida sughereta dilaga sui rilievi circostanti, lasciando scoperti solo i roccioni isolati e più alti, e scende verso il basso fino a lambire le limpide acque del torrente.

 

Calangianus: Serra di Monti.

Boschi di sughere e nude rocce granitiche

caratterizzano il paesaggio della

Gallura interna

Raggiunta Calangianus, si prende la statale 127 in direzione di Olbia, se ne percorrono circa quattro chilometri e si svolta quindi a destra in uno sterrato che s'inoltra nel lussureggiante altipiano di Li Conchi, ad una altezza superiore ai mille metri, in mezzo a una foltissima vegetazione di sughere e lecci. Verso sud - est si sussegue una serie di una ventina di cime aguzze e inaccessibili, di altezze comprese fra i 1080 e i 1120 metri, mentre l'aspetto selvaggio del paesaggio è mitigato dalla presenza di numerose sorgenti. Ritornati poi sulla statale 127, si svolta a destra e si rientra a Tempio in circa un quarto d'ora.